In queste ultime settimane sono dovuto spesso andare in Emilia per motivi che non riguardano soldi.
La città di Bologna era calda, umida e soffocante. Davanti ad un ufficio SPRAR del centro, in Via San Leonardo, ricevetti la chiamata di un amico che mi invitava ad andare allo spettacolo del Teatro Povero di Monticchiello con una delegazione dell’Amministrazione Comunale del mio Paese. L’amico ebbe il mio diniego.
Lo spettacolo del Teatro Povero di Monticchiello è stato più bello quest’anno dello scorso.
Bologna ha due torri che la collegano al cielo. Le due torri sono custodite da più di trent’anni da un uomo che sta per essere cacciato dall’Amministrazione Comunale.
La città di Modena aveva un cielo grigio. Di Bologna conservava i portici.
Al centro camminava gente vestita bene. Alla periferia, poco prima del centro, lungo il Viale Giardini, camminava un bimbo scuro di pelle vestito meglio dei passanti del centro. I suoi abiti erano di gusto nobile.
Modena ha un campanile che la collega al cielo.
Di queste due città non so quali siano i codici che ricevono dal cielo.
Ma tutte e due, dovrebbero averci conversato a lungo, dati i loro impegni storicizzati a farsi importanti nell’alto; le due torri e un campanile.
Come ogni città d’Occidente.
Non ho voglia di tergiversare, anche se è spesso mianecessità. Tergiversare è l’azione che amo di più fare. Dovremmo lottare per un reddito minimo garantito perché non ci è data la possibilità di tergiversare; invece non lo otteniamo nemmeno se parliamo la lingua del Capitale.
Ero comunque a Bologna per fare una cosa precisa; parlare di sazietà attraverso lo stesso oggetto ed il tempo.
Ho quindi cercato di indicizzare il museo degli abitanti della nostra Civiltà; ho così individuato tutti gli uffici e gli alloggi degli uomini che dal Sud del mondo, dall’Africa in particolare, sono appena arrivati in questa Penisola.
Incontrandoli pensavo agli spazi e ai dazi; a un’insieme di punti che mi completava nella regione del cervello a cui questa non arriva. L’impegno era quello di porre come elemento primo la natura dei neuroni a specchio.
Ho quindi cercato di fare questo, video che poi è stato selezionato ad un concorso indetto dal C.I.R.. Il video si chiama Precious ed ha questo volto qua:
In questa Emilia ho trovato biforcazioni difficilmente dimenticabili, perché incomplete e senza fine; laddove non si trova completezza spesso si rimane con la voglia di finire di vedere come va o altre volte, anch’esse comuni, si lascia che rinascano a nuova vita, a prendere altra animosità in altro tempo.