di Martino Cappai
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Dedico questa accozzaglia di immagini
all’anima dannata del baleniere William Scoresby,
alla fantasia sconfinata di Emilio Salgari, Chatwin, Kipling e London,
alle imprese in Patagonia del pirata napoletano Pasqualino Rispoli,
al vecchio Herman Melville,
ai cannibali dell’Essex,
agli sputi sul ghiaccio di Robert Peroni,
agli insorti di Pitcairn,
alla venerazione per gli abissi di Jacques-Yves Cousteau,
alla balena trafitta da Miyamoto Musashi,
e a quanto può restare di eroico e gloriosamente inutile in questa umanità alla deriva.
Il mio pensiero va all’anarchia dei popoli primitivi, agli sforzi dei cani da slitta, alle battute di caccia oltre il 66° parallelo nord, tra copertoni, pannelli di poliuretano e carcasse spiaggiate.
Al cacciatore di narvali Latcholassie Akesuk detto “pelle bagnata”, al tendine indurito del suo braccio sinistro che con un solo lancio d’arpione uccise il mostro Doolongh e salvò il villaggio di Naukan, ribadendo il prestigio della sua famiglia (la sua storia è incisa negli stipiti della porta). Tornato a riva lo vestirono a festa tra canti e tamburi, ma lui scelse di chiudersi per 7 notti nel Quasgiq fumando muschio e pregando Sedna la dea del mare. I morti vennero a trovarlo.
A tutto ciò che di non moderno si ostina a sopravvivere.
E’ per sottolineare la profonda inattualità dei gesti eroici in questo esangue millennio di comodità e tecnologia.
Infine lo dedico agli antenati dei Makah, degli Haida, degli Yupik, degli Ainu, dei Sakhalin, dei Nuxalk, degli Inuit e di tutti coloro che morirono in mare nell’inseguimento dei leviatani.
Agli Eroi nel senso antico e alle anime dei Grandi Morti
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Le foto di Briam Adams sono in parte estratte dal progetti:
Arctic Slope Regional Corporation
The Oak Foundation
Maniilaq Association
Kawerak, Incorporated
The Alaska Humanities Forum
NANA Regional Corporation
Callmeishmael 